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NOVITA’ 2022:COME CAMBIANO LE BUSTE PAGA DEI DIPENDENTI

NOVITA’ 2022:COME CAMBIANO LE BUSTE PAGA DEI DIPENDENTI

Dal 2022 sono entrate in vigore importanti disposizioni che impattano su lavoratori, imprese e più in generale sui contribuenti.

Ma andiamo con ordine.

Per quanto riguarda le partite IVA, le novità riguardano innanzitutto le modifiche degli scaglioni e delle aliquote IRPEF. Inoltre, le persone fisiche che esercitano attività d’impresa e professionali dal 2022 non dovranno più versare l’IRAP.

I provvedimenti che riguardano i lavoratori dipendenti e le loro buste paga sono invece i seguenti:

  • modifica degli scaglioni e delle aliquote IRPEF;
  • modifica del trattamento integrativo del reddito dei lavoratori dipendenti e assimilati (cd. bonus 100 euro);
  • decontribuzione parziale della quota INPS a carico dei lavoratori;
  • assegno unico e universale per i figli a carico.

LE BUSTE PAGA 2022

Dalla busta paga di gennaio 2022 le novità avranno un importante impatto sul netto da corrispondere per effetto della differente misura delle ritenute fiscali e del bonus di cui si dirà più avanti.

Inoltre, da marzo 2022 si aggiungeranno gli effetti dell’introduzione dell’assegno unico e universale che prevede l’abrogazione dell’assegno per il nucleo familiare e le detrazioni per i figli a carico fino a 21 anni di età.

Se per i mesi di gennaio e febbraio 2022 le buste paga non dovrebbero generalmente subire modifiche molto rilevanti, da marzo 2022 il netto subirà quasi certamente una riduzione in quanto l’assegno unico verrà corrisposto dall’INPS a seguito di richiesta del lavoratore senza alcun intervento del datore di lavoro né passaggio dalle buste paga come invece avveniva con lo scomputo delle detrazioni fiscali e l’erogazione degli assegni familiari.

Di seguito qualche dettaglio in più.

ASSEGNO UNICO E UNIVERSALE

L’istituzione dell’assegno unico prevede, tra l’altro, l’abrogazione dell’assegno per il nucleo familiare e delle detrazioni fiscali per i figli a carico, finora considerati nella busta paga.

L’assegno unico e universale, dunque, non sarà più un componente positivo della busta paga, in quanto corrisposto direttamente dall’INPS, per cui, inevitabilmente, i lavoratori subiranno una riduzione della somma erogata dal datore di lavoro che corrisponde alla scomparsa delle detrazioni fiscali dei figli a carico e degli assegni per il nucleo familiare.

Riceveranno dall’INPS l’importo dell’assegno unico e universale ove richiesto dal lavoratore e nella misura spettante in relazione alle condizioni soggettive del lavoratore tenendo conto dell’ISEE in luogo del reddito ai fini fiscali.

La domanda per il riconoscimento dell’assegno deve essere inoltrata a decorrere dal 1° gennaio di ogni anno per il periodo compreso tra il mese di marzo dell’anno di presentazione della domanda e quello di febbraio dell’anno successivo, in modalità telematica all’INPS (tramite Spid) ovvero per il tramite degli intermediari abilitati.

Nel caso in cui la domanda sia presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno.

In presenza di nascite avvenute durante il periodo di fruizione dell’assegno, la variazione alla composizione del nucleo familiare deve essere comunicata entro 120 giorni dalla nascita del nuovo figlio, con riconoscimento dell’assegno a decorrere dal settimo mese di gravidanza.

MODIFICHE AL SISTEMA DI TASSAZIONE DELLE PERSONE FISICHE

La revisione dell’IRPEF ha ridotto il numero delle aliquote da cinque a quattro, mantenendo inalterati i soli livelli dell’aliquota minima (23%) e massima (43%) e rimodulato il sistema delle detrazioni e del cosiddetto “bonus Irpef”.

In estrema sintesi, vengono ridotte le aliquote legali che si applicano tra i 15.000 e i 50.000 euro mentre vengono aumentate quelle tra i 50.000 e i 75.000 euro.

Tali modifiche decorrono dal 2022 per cui avranno immediato effetto sui lavoratori dipendenti ed assimilati in quanto sin dalle buste paga di gennaio si terrà conto delle modifiche.

Per gli altri contribuenti e tra essi i titolari di partita IVA, le novità avranno impatto sulle dichiarazioni dei redditi del 2022 da presentare nel 2023.

Tornando ai lavoratori dipendenti, le altre novità riguardano la rimodulazione delle detrazioni, del trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendenti ed assimilati (bonus IRPEF) e l’ulteriore detrazione.

Il bonus IRPEF viene mantenuto per i redditi fino a 15.000 euro mentre per quelli superiori e fino a 28.000 euro, viene integrato, nelle nuove e più corpose detrazioni fiscali riconosciute sul reddito da lavoro dipendente, il cui importo massimo è pari a 3.100 euro, con un incremento di 65 euro per i contribuenti con redditi compresi tra i 25.000 e i 35.000 euro.

Tali detrazioni andranno man mano a decrescere fino ad essere azzerate al raggiungere la soglia dei 50.000 euro di reddito.

Viene abolita integralmente la detrazione aggiuntiva prevista fino al 31 dicembre 2021 in favore dei lavoratori con redditi superiori a 28.000 euro e fino al limite massimo di 40.000 euro annui.

ESONERO DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI DEI DIPENDENTI PER IL 2022

La legge di Bilancio ha previsto, solo per il 2022, un esonero contributivo parziale a favore dei lavoratori.

La misura è pari alla riduzione dello 0,8% dell’aliquota normalmente dovuta a titolo di contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente trattenuta in busta paga.

L’esonero si applica ai periodi di paga dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 ed a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro.

L’esonero contributivo non determinerà alcun effetto negativo sul piano pensionistico del lavoratore.

IRAP

Dal 2022 non è più dovuta l’IRAP per imprese e professionisti che svolgono attività in forma individuale.

La legge di Bilancio 2022 prevede infatti che, dal periodo in corso al 1° gennaio 2022, non è più dovuta l’imposta dalle persone fisiche esercenti attività commerciali ed esercenti arti e professioni.

Si tratta dunque del superamento definitivo di un’imposta che, ricordiamo, è stata introdotta da oltre 20 anni, vista la sua entrata in vigore dal 1° gennaio 1998, anche se si tratta, almeno per ora, di un’esclusione limitata ad i soggetti persone fisiche e quindi le società e gli enti in genere dovranno continuare a versare l’imposta.

L’esclusione dall’imposta delle persone fisiche che esercitano attività d’impresa o arti e professioni, produce un risparmio, per i contribuenti calabresi, del 4,97% del valore della produzione.

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